martedì 28 luglio 2015

Flop petrolifero!

La manifestazione contro le trivelle nello Ionico indetta dalle istituzioni con in testa il Presidente della Regione Basilicata, Gianni Pittella, è stata un flop per la partecipazione. Qualche gonfalone istituzionale e qualche contestatore rumoroso, alla ricerca di visibilità politica proveniente dall'opposizione della destra caciara e populista alla ricerca di un posto al sole. I movimenti No Triv hanno deciso invece di stare alla finestra. Questo è l'aspetto meno interessante. La domanda è. Come mai non c'è stata una partecipazione di popolo? Eppure la marcia di Scanzano-Policoro di dodici anni fa contro il nucleare ebbe esiti completamente diversi non solo perché indusse il governo al dietrofront ma compattò una classe politica che si riconobbe nella figura dell'allora governatore Bubbico?
Accenno a delle risposte/domande?
- la questione petrolio ancora non è sentimento comune (contrariamente al nucleare che aveva di supporto l'immaginario catastrofico di Chernobyl)
- vi è un sentire ambiguo da parte della popolazione, da un lato (in senso generico è percepiti come una minaccia), dall'altra in senso più concreto una risorsa, soprattutto in un momento di crisi
- le informazione sullo stato dell'arte sono contraddittorie (e propense a minimizzare i danni ambientali, sociali ed economici presenti e futuri)
- la politica (partitico istituzionale) sul petrolio si dimostra ambigua (tendente ad accettare l'attuale situazione per questioni di economia regionale) o usa la questione petrolio per scontri intestini
- i movimenti di opposizione sono frammentari e avvitati su se stessi.
Ciò dimostra che la questione petrolio è più complessa di quanto si possa credere. Lo "scontro" deve tenere conto dei piani di investimento (e di strategie di condizionamenti) tipicamente delle multinazionali e di uno Stato (con problemi energetici) che ne rivendica il diritto di prelazione con politiche accentratrici supportati da un opinione pubblica italiana a favore delle estrazioni. Due forze che convergono rendendo molto fragile la piccola Basilicata. Ecco perché a mio avviso l'accordo con altre regioni e territori diventa un presupposto imprescindibile.
Confesso che in questo momento non ho ottimismo da elargire.








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