Alcuni opinionisti contrappongono Il provincialismo all'identità, dando valore negativo al primo termine e positivo al secondo. Approfondendo si nota che infine dei conti il loro ragionamento crea confusione. Infatti non si rileva nessuna differenza tra l'uno e l'altro perché
chi oggi contrappone al provincialismo "la nostra identità" va a finire sempre nelle stesse cose e cioè: nessuno fa niente, nessuno fino a questo momento ha capito qualcosa e quando si affrontano le questioni culturali le si riducono al turismo (nuova panacea per tutti i mali), visto che siamo pieni di tante bellezze archeologiche, ambientali, monumentali e museali che nessuno valorizza (Come d'altronde qualsiasi cittadina o paesino italiano che ha una storia millenaria). E come sempre nel provincialismo più spinto non si riconosce quello che si fa e magari si fa da anni. Costoro, che guardano sempre oltre e non sanno guardare ad un palmo dal proprio naso rappresentano il grande limite del provincialismo (E non è detto che il provincialismo in assoluto sia negativo). Per quanto riguardano le questioni identitarie è meglio che si rifletta maglio su come le identità non esistono ma si costruiscono e variano nel tempo, e quanto possa essere pericoloso il termine radice. Se prendiamo una cittadina come Potenza ci possiamo chiedere se la sua vocazione principale sia quella turistica (cosa importante certamente) o forse non sia diventare una città veramente capoluogo con strutture ed infrastrutture in funzione della piccola regione della Basilicata? Quali orientamenti, scelte ed investimenti presuppone un tipo di ragionamento del genere? Purtroppo discutere di cultura (e come si diceva una volta tutto fa cultura) d'estate è diventato un gioco di società à la page.
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