lunedì 1 luglio 2019

Politica tra Facebook, militanza e partiti politici

Facebook nel bene e nel male è la rappresentazione di sentimenti e convincimenti diffusi.

Nel passato la politica era maggiormente segnata dall'incontro dei corpi. La presa di posizione politica era espressa "in carne ed ossa", l'andare, p. es. ad una manifestazione, cosa che nel passato era più solita, significava marcare in modo concreto con il proprio corpo l'esserci. Al di là degli slogan la presenza del proprio corpo insieme ad altri corpi produceva "fratellanza", contatto, accomunamento.

Oggi, soprattutto su social, la disincarnazione produce molto cinismo e tanto narcisimo, di cui l'immagine del proprio corpo ne è protagonista.

La gamma delle reazioni che emerge oscilla dalla aggressività più becera, indice di frustrazioni e rancore se non di pura cattiveria, al delirio per mancato contatto con la realtà.

L'altro aspetto riguarda i "politicanti" segnati da un diffuso cinismo-egocentrismo, elementi che si rafforzano l'un l'altro.
Il profilo che emerge, per grande approssimazione, riguarda in genere 30/40 enni con sufficiente grado di istruzione che sono portati a ridurre qualsiasi cosa a meschini calcoli politici o comunicativi.

Il modo d'intervenire segue canoni consolidati tanto chiacchiericcio inconcludente, ripetizione automatizzata di luoghi comuni e modi di dire preconfezionati e testati dagli apparati della comunicazione ad uso e consumo di forze politiche o leader di turno.
Per costoro nulla può avere un valore ideale o appartenere ad un proprio convincimento, bisogna trovarci sempre un tornaconto, un vantaggio politico o un riscontro comunicativo e spesso viene usata l'aggressione personale. Esempio ne sono alcune reazioni espresse in riferimento al gesto umanitario di Carola Rackete.

Chiaramente si capisce che la politica è intesa negativamente e praticata come pura occasione per risolvere questioni personali che possono andare dalla semplice possibilità di avere un introito economico al posticino al sole tra le élite emergenti. Di qui la facilità del salto della quaglia.

A questo atteggiamento hanno contribuito molto i partiti politici post berlusconiani, privi di legami ideali, giocati soprattutto sui leader, la comunicazione e la presa del potere, che hanno addestrato i propri adepti, soprattutto i più giovani, a rispecchiarsi e conformarsi al leader e a produrre (nel senso tecnico del termine) effetti comunicativi in un clima di auto esaltazioni e grandi pretese sentendosi investiti di una mission dal leader e dalla cui vicinanza pensano di ricavare vantaggi personali.

Proprio questi, allenati in tali contesti, vestono abiti molto cinici e sono pronti a posizionarsi su altri orizzonti politici non appena il vento cambia rispondendo in tal modo coerentemente alla loro "educazione" politica, molto diversa dalla militanza del passato, che, se pur ideologica per tanti aspetti, in genere si basava sul disinteresse individuale per ideali comuni ed universali. Tempi passati.

Certo i profili descritti colgono solo una parte della realtà, non esauriscono il panorama del sentimento e della pratica politica. C'è in giro tanta bella gente e tanti giovani in grado di pilotare le loro navi e guardare in avanti con grande apertura mentale e politica. Speriamo che siano loro a prendere le redini della politica italiana.
Pronti a dare una mano.

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