La polemica sollevata dalla famigliola in ritiro "ecologico" tra i boschi nei pressi di Palmoli, in provincia di Chieti, è servita principalmente come una nuova stoccata contro la magistratura, in vista del referendum sulla riforma della giustizia.
Non intendo addentrarmi in discussioni su un tema così delicato, che coinvolge i diritti dei genitori e, soprattutto, quelli dei bambini, che rappresentano la parte più vulnerabile in questa vicenda. Non voglio entrare nel merito di polemiche complesse e cariche di sensibilità, ma desidero evidenziare un aspetto che riguarda la destra politica: la sua abilità nel mescolare visioni ideologiche, parole chiave e concetti e come paradossalmente la vicenda trova qualche parallelo con quella di Bibbiano.
Nella polemica politica si è parlato di "attacco alla famiglia" e alla "libertà personale" di scelta di vita. Questi slogan, pur apparendo nobili, nascondono semplificazioni eccessive.
Quando si affronta il concetto di libertà, è fondamentale riconoscere che essa trova un limite nel vivere insieme: la mia libertà finisce dove inizia la tua. La libertà individuale non può giustificare danni alla salute, alla vita o al benessere altrui. Il confine tra le libertà, spesso in conflitto, è tracciato dal senso comune, dall'etica sociale, dalla morale individuale e dalle leggi che regolano la convivenza civile.
In fondo, la libertà più significativa è quella che sa coniugarsi con l'essere in comune, che valorizza un individuo non assoluto (isolato), ma che trova nella vita collettiva un ulteriore spazio di realizzazione personale e comunitaria.
Esiste anche una visione della libertà più radicalmente individualista, tipica del neoliberismo, che tende a separare i diritti individuali da quelli sociali, negando di fatto l'esistenza stessa della società. In questa prospettiva, la convivenza è regolata dalla forza e da forme di subordinazione, anche apparentemente inclusive, che impediscono una reale messa in discussione del sistema.
Un altro aspetto, non troppo distante, riguarda quei gruppi che rifiutano l'idea di uno Stato universale, percepito come oppressivo e tirannico, preferendo costituire comunità ristrette fondate su valori e stili di vita condivisi. Questa visione si intreccia con correnti sovraniste e liberiste, generando una fusione ideologica che mira a sottrarsi alla governance collettiva.
Per quanto riguarda l'ecologismo, non esiste una concezione univoca. Possiamo individuare tre principali orientamenti:
- Tecnocratico riformista -, che considera i problemi ambientali risolvibili attraverso la tecnologia e una gestione efficiente dell'economia, senza mettere in discussione le strutture sociali esistenti.
- Critico-sistemico-, che vede l'ecologia come una critica radicale al capitalismo e alle sue dinamiche di sfruttamento, proponendo un cambiamento profondo verso una maggiore equità sociale e un rapporto armonico con la natura.
- Ecologia profonda (deep ecology), che considera il rapporto uomo-natura ormai compromesso e propone un ritorno a stili di vita preindustriali, spesso attraverso comunità isolate e autarchiche.
È in quest'ultima categoria che si colloca la vicenda di Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, una coppia anglo-australiana che, dal 2021, viveva con i tre figli in una casa nei boschi di Palmoli, priva di acqua corrente, elettricità e gas. Il Tribunale per i Minorenni dell'Aquila ha disposto l'allontanamento dei bambini, trasferiti con la madre in una comunità educativa, a seguito di un'indagine avviata dopo un episodio sanitario e per la mancanza di socializzazione e istruzione.
La destra politica ha reagito con dure critiche alla magistratura, parlando di "rapimento" e "attacco alla famiglia", mentre il Consiglio Superiore della Magistratura ha chiesto una pratica a tutela dei giudici coinvolti.
In questo contesto, viene evocata polemicamente la figura del "buon selvaggio" di Rousseau. Nel suo "Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza tra gli uomini", Rousseau descriveva il selvaggio come un essere innocente, libero e in armonia con la natura, corrotto solo dall'avvento della società e della proprietà privata. Tuttavia, Rousseau non auspicava un ritorno all'isolamento, bensì un "contratto sociale" fondato sulla libertà e sulla solidarietà tra cittadini.
L'aspetto più irritante di questa vicenda è l'uso strumentale dei bambini per attaccare giudici, assistenti sociali e professionisti. La salvaguardia dei minori sembra passare in secondo piano rispetto alla costruzione di una narrazione politica.
Ecco perché è inevitabile il richiamo al caso Bibbiano. Sebbene le due vicende siano diverse, entrambe sono state sfruttate politicamente con molto cinismo. Chi non si ricorda le urla scomposte della Meloni e anche di esponenti dei Cinque Stelle, su un sistema criminale di "ladri di bambini", sostenendo che gli assistenti sociali strappassero figli per affidarli a coppie omosessuali e che venissero utilizzati elettroshock. Chiaramente farneticazione che le vicende giudiziarie hanno mostrato essere inconsistenti per fatti inesistenti. Mentre alcune madri "scioccate" banno fatto carriera politica nei ranghi della destra.
All'epoca, il bersaglio era il Partito Democratico; oggi, l'obiettivo è la delegittimazione della magistratura in vista del referendum costituzionale. In entrambi i casi, la sorte dei bambini sembra essere solo un pretesto, mentre per costoro restano ignorati i minori rom, quelli migranti, lasciati naufragare, o le vittime di abusi nella "sacra" famiglia.
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