Bonus e scuola.
La presenza del bonus ai docenti nella scuola è negativo per tanti motivi, ne sottolineo solo alcuni:
- considera la scuola come una azienda in cui l'amministratore delegato, il dirigente, decide chi deve essere "incentivato/premiato"
- crea disparità tra docenti che non hanno possibilità di trattare le incentivazioni secondo regole uguali per tutti in base alle prestazioni ed ad uguaglianza di opportunità e di fatto fra i docenti
- ma, e questo è ancora più grave, perché inquina il valore "donativo" della "professione" docente, di quell'aspetto cioè che fa dell'insegnante un esempio di "lavoratore civile". È il tentativo di creare competizione tra i docenti sulla scorta di un "tesoretto" gestito dal dirigente
- cosa ancora più grave è che il lavoro quotidiano e continuo (sulle discipline e sul rapporto costante con gli allievi) viene messo in subordine, considerando i docenti, se pur bravi nell'insegnamento, secondari rispetto a coloro che si adoperano per attività varie che si ammantano ormai dell'onnipresente aggettivazione di "innovativo". L'intento è chiaro: destrutturare la scuola per dar spazio alla progettazione più varia e a "fantasmagoriche" proposte di offerte formative secondo ormai una koinè da linguaggio aziendalista incentivato da progetti europei per formare l'individuo "senza attrito" e flessibile.
La buona scuola sta soprattuto nel lavoro qualificato e quotidiano degli insegnanti e nei contenuti che gli studenti apprendono tramite lo sviluppo di capacità critiche, ma di questo non si discuta nella bonus scuola.
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