Neve tra estetica e comunicazione. Tra sentimento e sentimentalismi.
"Scende giù dal cielo lieve" ... Tanti/e sembrano romanticamente coinvolti dal candore della neve con un proliferare di simboli spirituale, di purezza e candidezza; per non dire delle scivolate nell'infanzia più felice di questo mondo.
Già che bello.
Un'annotazione però.
Se fino a qualche tempo fa il sentimentalismo era considerato stucchevole, oggi grazie anche ai social esplode come rappresentazione e condivisione generalizzata.
Si è modificata l'estetica? Al contemplazione della natura come corrispondenza con l'intimo soggettivo si è passato alla pura comunicazione di un sentimento già presupposto come condiviso o condivisibile su un post.
Sembrerebbe in apparenza che si manifesti quanto Kant affermava a proposito del "senso comune" che spinge ognuno ad una comunicabilità universale della propria esperienza estetica.
Il che si contraddice però con i modi con cui tanti la vogliono provocare con immagini e frasi (da luoghi comuni).
Sfugge a costoro, infatti, che Kant introduce la figura del genio artistico, ribadendo che nella sua esemplarità, il genio non può essere imitato ma solo preso come modello. La genialità è descritto da Kant come capacità di esprimere idee estetiche, rappresentazioni che "danno molto da pensare". E qui purtroppo per molti artisti della neve, in erba, casca l'asino.
Dunque: dall'estetico al patetico comunicativo.
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