Siegfried Kracauer, uno degli intellettuali più brillanti della mitteleuropea del primo novecento ha sconvolto i canoni della lettura filosofica.
Attraversando i luoghi e le figure tipiche della narrazione noire: gli ingressi degli hotel, il detective, il poliziotto, il criminale, scriveva
trattati filosofici sull'esistenza degli uomini nella città contemporanea.
Camilleri attraverso il suo umano troppo umano Montalbano si è mosso sul confine dove il bene e il male si confondono nei singoli, come nella vita sociale ed istituzionale.
Di qui una Sicilia metafisica, sospesa tra l'arcaico e il moderno, dove eroi quotidiani giocano la loro esistenza aggrappandosi a residui di umanità o morsi di giustizia per non precipitare negli abissi del dolore o fuggire nell'illusione perdente.
Piccoli/e grandi uomini/donne che oppongono la loro resistenza alla sofferenza per colpe o debiti ingiusti.
Chi oggi insulta la memoria di Camilleri può rispecchiarsi in quella squallida e mefitica umanità così ben rappresentata dalla meschinità di tanti ambienti e personaggi, motori del male nei suoi romanzi.
Fate bene a disprezzarlo, perché vi ha conosciuto e ha messo a nudo il vostro squallore.
Non smentitevi.
Continuate così.
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