martedì 12 maggio 2020

#QuotidieCovid19. Sei riflessione-racconti diaristici in piena era Covid19


 La nuova paura del virus come sfiducia nelle deboli certezze della ...

Francesco Scaringi

27 marzo · 

#QuotidieCovid19 (1)

 

L'atmosfera che si incomincia a respirare sta diventando pesante dal punto di vista esistenziale e gli sforzi da fare nel gestire le nostre giornate sono tanti.

Ieri mentre mi recavo, con in tasca l'autocertificazione, a risolvere un problema famigliare di una certa necessità, sono stato fermato, con un altro signore che era per strada con me, da una pattuglia della polizia secondo quanto previsto dai decreti governativi per il controllo degli spostamenti.

L'esperienza mi ha colpito e per alcuni versi traumatizzato. L'agente, evidentemente sottoposto ad un lavoro "rischioso" e pesante, nel chiedermi documenti, autocertificazione e motivazione dello spostamento ha usato, ne sono convinto inconsapevolmente, un tono un po' aggressivo, che garbatamente mi sono permesso di far rivelare.

Mi rendo conto che in giro ci sono persone che non rispettano le regole, per tante motivazioni, anche per incoscienza o perché svolgono attività losche. Però ci sono anche cittadini che hanno urgenze, impegni, necessità reali che li costringono a muoversi.

Ecco, quello che voglio dire è che bisogna stare attenti a non far scivolare la questione pandemia ad una solo questione di ordine pubblico o di incapacità o cattive intenzioni dei cittadini.

Bisogna sempre operare per comprendersi vicendevolmente e mantenere alto quel dialogo democratico, che è anche convincimento etico, così come ci insegna la nostra Costituzione, altrimenti si corre il rischio di appesantire ulteriormente la situazione e di rattristare maggiormente gli animi.

 

Francesco Scaringi

28 marzo · 

#QuotidieCovid19 (2)

 

Ieri sera mi sono preparato per la doccia e appena entrato nel bagno ho visto che lo scaldabagno sgocciolava intensamente. Ho dovuto sospendere, staccare la corrente, chiudere immediatamente le chiavi d'arresto e munirmi di secchio.

Respiro e chiedo soccorso alla mia saggezza. Vado a letto tardi, con non poca tensione addosso.

Questa mattina mi alzo presto, opto per una toilette completa e m'ingegno con stracci vari a ripararmi dalla pioggia casalinga da scaldabagno.

Poi chiamo l'idraulico, che conosco da tempo e so della sua disponibilità. In un primo momento manifesta perplessità, dicendomi delle difficoltà nel muoversi per le restrizioni covid19, poi mi chiede una foto della situazione, che sollecitamente invio.

Mi dice che c'è da fare delle sostituzioni e che se riesce a trovare, visto che oggi è sabato, qualche fornitore aperto sarebbe venuto. Purtroppo sia lui sia io non riusciamo a trovare nessun negozio o negoziante disponibile.

La riparazione è rinviata a lunedì.
Ho dovuto riempire d'acqua quanti più recipienti possibili. L' alternativa aprire le chiavi d'arresto al momento della bisogna e raccogliere l'acqua che scola dallo scaldabagno.

Esco vado al supermercato. Aspetto in file circa per un'ora e un quarto. Faccio spesa e via per altre incombenze.

Avverto intorno molta vischiosità e che la vita quotidiana diventa sempre più pesante soprattutto se si presenta un imprevisto, mentre nuove forme d'adattamento si sviluppano.

 

 

Francesco Scaringi

29 marzo · 

#QuotidieCovid19 (3)

 

Oggi grandi fatiche casalinghe. Nonostante lo scaldabagno gocciolante trovate le giuste misure per mantenere un'igiene personale completa, doccia e tutte le altre necessità.
L'intera mattinata è trascorsa a ripulire, lavare, disinfettare pavimenti, superfici, bagno e cucina. Operazione complicata nei piccoli appartamenti pieni ormai di roba che sistematicamente devi spostare o sollevare per ripulire.
La radio accesa. Tra le varie trasmissioni posto maggiore interessa a "Uomini e Profeti" rai 3. C'è Luigino Bruni su cristianesimo e capitalismo, una serie d'incontri conclusi questa mattina con la puntata "In lode dello spirito Meridiano". Si è soffermato sul rapporto tra protestantesimo e capitalismo e come questo influenzi le varie visioni dell'Europa, in modo particolare ha tracciato la differenza di visioni tra i paesi nordici e mediterranei (a maggiore influenza protestante e cattolica) su economia, relazioni sociali e "meritocrazia". Magari da riascoltare sul podcast.
Breve annotazione sul computer in merito alle lezioni da preparare e mettere in piattaforma. Telefonata ad amici diventati neo nonni ma impossibilitati a vedere il nipotino perché il figlio vive a Bologna. Si può immaginare lo stato d'animo di felicità e di rabbia per la situazione. Partenza per accudire madre anziana. Oggi si mangia risotto ai funghi. Cucinato egregiamente e mangiato. Lavaggio piatti, pulizia cucina con relativo pavimento. Caffè e breve pausa. Sullo smartphone ricerca di video e documenti per la preparazione delle lezioni. Dormicchiata sul divano. Chiamata da Praga di tuo nipote per scambiarsi saluti e notizie sulle situazioni reciproche.
Fine della pausa. Partenza arrivo casa. Cambio delle lenzuola e preparazione delle lavatrici, previste almeno tre, lavare maglie e coperte perché le lavanderie sono chiuse. Oggi nessuna fermata da posto di blocco. Collegamento Skype e lunga conversazione con una cara collega per scambiarsi opinioni sulla situazione e sulle cose da fare per la scuola.

Cena veloce, verdure e prosciutto con un bicchiere di vino del Salento. Accesa tv che passa inosservata. Sul divano a scrivere allo smartphone quello che hai fatto nella giornate da postare su Facebook. Speranza che magicamente la notte ti faccia vivere sogni meravigliosi. Non puoi gridare quanto ti rompi della situazione e che non vedi l'ora che tutto finisca. Desideri "repressi" che non racconti.

 

Francesco Scaringi

30 marzo · 

#QuotidieCovid19 (4)

 

Oggi giornata delle vane attese.
L'idraulico contrariamente a come promesso non è venuto lasciandomi nervoso pur se comprendo la paura che ormai le persone hanno del contagio. Vuol dire che non toglierò la bacinella da sotto lo scaldabagno per le gocce. A tutto pian piano ci si abitua, salvo ad avere poi la notte strani e conturbanti sogni da manuale freudiano.
Checklist delle cose da fare. Prima di tutto comprare frutta e verdura, immancabile in questo periodo. Pulizia casa, e iniziare con le nuove lavatrici. Stirare panni ormai asciugati da giorni. Nel frattempo metti i messaggi e i documenti sulla piattaforma per gli studenti. Telefono agenzia, assicurazione auto in scadenza. Breve chiacchierata per farmi dire le varie opzioni possibili. Ringrazio dico che ci penso poi ci sentiamo. Signora/signorina gentile.
Giù dal fruttivendolo sotto casa. Tergiversi parlando con qualcuno con le dovute distanze. Essendo sotto casa ti fermi qualche minuto in più per godere dell'aria aperta, altrimenti puoi godere solo il paesaggio dalla veranda.

Pomeriggio. Un po' di ansia e nervosismo. Leggo corrispondenza con commercialista dell'Associazione1799 per chiusura conti project leader Matera2019 e bilanci previsionali dell'associazione. Lascio dettagli (dati sensibili!).
Penso a Matera e dell'improvviso cambio di situazione, chiedendomi che fine farà tutto lo sforzo di Matera 2019, i soldi, il lavoro, gli investimenti...
Penso alla situazione generale dello spettacolo dal vivo, e al mio Città Cento Scale Festival chiaramente, già in fase avanzata per la prossima edizione. Adesso è tutto sospeso e non è possibile prendere nessuna decisione con tutti i rischi economici e bancari sulle spalle. Mi sale il magone e francamente si affacciano pensieri negativi e di rinuncia, che cerco di distogliere con whatsapp ad amici per uno scambio di battute sull'argomento e cosa si dice dal Ministero e Regione che ancora tacciono. Ma i dubbi e le preoccupazioni dei tanti del mondo dello spettacolo sono giustificati. Un settore debole per la precarietà del lavoro e per le poche garanzia assistenziale ed economica. Decido di rinviare qualsiasi decisione ad uno stato d'animo più positivo.
Computer, leggo alcune restituzioni dei miei alunni, sono soddisfatto nel sentirli impegnati ed interessati. Anche loro a sopportare una situazione costrittiva e pesante. Ho proposta ad alcune classi di costruire insieme una narrazione collettiva a partire dalle parole più importanti e significative che loro sentono in questo momento. Gli ho fatto e inviato un piccolo power point animato per dargli delle suggestioni. Mi piacerebbe una risposta positiva ma comprenderei anche una negative pur se con un po' di dispiacere.
A fatica mi avvicino ad un piccolo cumulo di libri messi lì in attesa di lettura per riprendere a leggere qualcosa. Magari lo farò quando sarò a letto. Cena. Molto frugale. Ho quasi esaurito su Netflix le cose di mio, diciamo, interesse. (Qualche suggerimento?)
Adesso scrivo questo post.
E tutto il resto è noia. Desideri repressi, indicibili.

 

 

Francesco Scaringi

5 aprile · 

#QuotidieCovid19 (5)

 

Continua la detenzione. Non capisco tutti questi nuovi filosofi dell'anima che voglio indorare la pillola.

Il mio cervello è inchiodato ad una quotidianità pesante. Ho scaricato il libro di Slavoj Žižek "Virus: Catastrofe e solidarietà" ma mi sono annoiato immediatamente. su Kindle il segnalibro non si è spostato dopo la decima pagina.

Mi accorgo che mi sto trasformando in un casalingo ossessivo. Libero cassetti, faccio lavatrici in continuazione. Mania dello svuotamento forse per alleggerire una pesante atmosfera.

Comunque mi distraggo con l'informatica ad inventarmi improbabili combinazioni e formule con i fogli e il visual basic di Excel. Una sorta di esercizio zen per raggiungere una concentrazione totale e non pensare a niente, o meglio per non eccedere in pensieri che s'incupiscono con il passare della giornata.

Lasciamo perdere la tv. Dell'ossessiva presenza della pandemia, del ridicolume delle trasmissioni melense, piene di buoni consigli dei vari esperti e cultori del benessere materiale e spirituali, non se ne può più. Per non dire dei costrittori all'hobby a tutti i costi che imperversano sui social.

E i tanti preti, le preghiere, mattino, pomeriggio e sera. Così scienza e religione si alternano nel corso della giornata a discutere de "l'umani sorti e progressive".

Il corpo si deforma. I chili aumentano. Impedito nel movimento, in un mini appartamento di 50 metri mi risulta difficile mettermi "a passeggiare tra corridoi e stanze". Il mio contapassi non mi dà più 2000 passi di media al giorno in una settimana. Il perimetro esistenziale si riduce sempre di più e non decolla il mio virtuale. Posso solo immaginare l'angoscia di chi vive un clima domestico pesante se non violento o i sofferenti psichici costretti a stare in casa. Come il ragazzo che ho incontrato dal fruttivendolo, a cui ho accennato un timido ciao guardandolo negli occhi dalla pupilla dilatata e lo sguardo sfuggente, carico di psicofarmaci, quando la maggior parte del giorno lo vedevi scorrazzare per le strade con in dosso una maglia della Juve a segnare immaginari goal, che ci raccontava dal barbiere. O all'invisibilità di alcuni ospiti dell'Don Uva (ricovero per inabili e con problemi psichici) che passavano al bar sotto casa a fare quattro chiacchiere a volte ansiogene, altre lunari.

Odiosa la quantità di volte che ho sentito citare, direttamente o indirettamente, "Viaggio intorno alla mia camera" il romanzo di Xavier de Maistre.
Che cazzata quando l'immobilità diventa forzata altro che voglia di viaggiare con la mente. È la cosa che vorresti silenziare perché, come con LSD ci possono essere anche bad trip, viaggi infernali, soprattutto quando a tarda notte vai a letto e non riesci a dormire.

Cerco di evitare lo specchio per non vedere la rotondità dello stomaco che deborda. Il mangiare è scomposto e compulsivo, compensazione per riempire il vuoto che mi circonda mentre il fisico perde di tonicità per le ore che passo disteso o seduto a smanettare al computer o sullo smartphone.

Porti la mano sul collo e al tatto ti rendi conto della quantità di peluria cresciuta e diffusasi mentre i capelli, ormai disfatti, li sopporti poco e non vedi l'ora di tagliarli per sentirti più pulito e ricomposto nei lineamenti del volto.

Insomma ormai sopraffatto dal fai da te, studio i modi per compiere l'insano gesto ed infatti il sacrificio supremo si compie. Con caparbietà e remissione. Chino la testa e via con il rasoio elettrico su e giù alzando lo sguardo allo specchio per seguire, per quanto possibile le traiettorie del rasoio e al tatto capire l'uniformità del taglio. Ci impieghi un po' e ti ritrovi a metà tra un marines e un maldestro punk ma sei lo stesso soddisfatto.
Contento di vedermi più libero e il viso più solare. Vaga illusione di una piccola felicità nel mare magnum della tetraggine.

Nell'universi dell'infosfera miriade di chiacchiere tratteggiano già il dopo interrogandosi sugli sconvolgenti cambiamenti del nostro modo di essere come individui o società. Chissà, sono un po' scettico rispetto al "meglio". Mi preoccupa soprattutto la situazione economica e per il futuro la situazione non sembra rosea. Nel cielo la luna è crescente e gibbosa. A nord, è possibile osservare il ramo della Via Lattea della costellazione di Cassiopea, molto bassa sull'orizzonte e dalla caratteristica disposizione a "W" delle sue stelle principali. Ad ovest, al sorgere dello Scorpione corrisponde il tramontare della brillante costellazione di Orione e di Sirio, la brillantissima stella bianco-azzurrognola che dominava i cieli invernali. I Gemelli sono ancora visibili, ma declinano sempre più verso ovest. Almeno così dovrebbe essere il cielo sopra di me in tarda serata secondo un bel sito astronomico con tanto di mappa stellare in tempo reale dalla città in cui ti trovi. Vaghe stelle dell'orsa.

 

Francesco Scaringi

10 aprile · 

#QuotidieCovid19 (6)

 

Bruce parla della
sua straordinaria vita in un documentario televisivo. Mi strugge il cuore. Mi fa ripiombare nei miei anni liceali e universitari. Anni intensi e carichi di novità, curiosità, passione civile e politica che passavano anche per la musica del king, Bruce.
Bruciore di stomaco, porca miseria, ho sballato nel mangiare in questo periodo di clausura. Il rigurgito esofageo non mi ha abbandonato nè la notte nè il giorno. Almeno c'è il Malox che mi dà sollievo. Necessita una dieta disintossicante. Aria pulita e spazi enormi dove potere respirare sino in fondo il piacere della vita. Rinvigorirsi per superare questo adagiarsi forzato nella maturità. Riconquistare uno stacco di chitarra, un assolo di sax e una band che ti travolge fisicamente per la musica, i corpi, i fumi e il sesso. Già il sesso, censurato, nessuno ne parla come se la carica libidica fosse caduta nel dimenticatoio, eppure cova e si contorce su se stessa,spinge per realizzarsi. Ecco non se ne parla. Censurata da un perbenismo ipocrita, che si rifugia nella "bellezza" e nei riti religiosi. Notte insonne. Sogni erotici, coito interruptus. Situazione di merda.
La mente ha bisogno di concentrarsi. Un rompicapo è necessario per farla azzittire in un nulla essenziale. Accendo il computer e finalmente dopo pochi minuti piombo in una concentrazione assoluta ed esclusiva. Finalmente funziona, una sintassi sbagliata corretta e il foglio Excel schizza esattamente come volevo piegandosi al mio desiderio. Soddisfatto, in quel nulla vince la mia mente calcolante. È tempo di statistiche funeree e mortifere. I numeri congelano i sentimenti e nella loro astrattezza sterilizzano il clima infetto.
È il caso di una fumatina a tarda sera. Arrotolo il tabacco nella cartina. I gesti sono precisi secondo un algoritmo appreso e introiettato. Mi affaccio alla veranda per qualche boccata di fumo. Mentre tutto è immobile e sulla fondovalle si spalma un gran silenzio, non passano macchine. Solo lo sfarfallio delle luci del supermercato. In mattinata, una processione ordinata con i carrelli e la distanza asociale di norma era in attesa di entrare nel tempio dei consumi. In attesa che l'incubo passi si spende il tempo preparandosi ad una Pasqua che resterà nei ricordi futuri come unica, priva di passione e ritualità familiari.
Ognuno per prorpio conto nel recinto protettivo della distanza sociale mentre cova la rabbia per un futuro sempre più insicuro. Gioco il mio #Risikocovid19 per immaginare gli scenari prossimi. Prevalgono quelli più negativi nonostante la forza della volontà spinge altrove. Mi difendo perché non voglio illudermi. Non credo che le cose cambieranno e se cambieranno certamente non nella direzione sperata.
Scorrono immagini di periferie urbane e di lunghi viaggi nel profondo degli Stati Uniti, tra enormi spazi desertici e quartieri industriali che hanno subito profondamente la crisi, alternati dai spezzoni dei concerti di Bruce. A crisi si aggiunge la pandemia e la musica cambia nuovamente. È una musica sorda, dissonante e frastornante, carica di distorsioni ed incertezze. Penso ai lavoratori immigrati nei loro ghetti e all'abbandono pericoloso in cui sono costretti, e per loro la musica arriva più distorta e assordante nella loro precarietà elevata all'ennesima potenza.
Mi rimetto a letto. Spengo con un clik la tv. Non dormo. Non c'è silenzio. Un fitto bisbiglio misto a rumori soffusi e monotoni danno un'atmosfera ovattata, mi adagio sfinito in attesa che il sonno sopraggiunga.

Francesco Scaringi

19 aprile alle ore 22:55 · 

#QuotidieCovid19 (7)

 

-Che giorno è oggi?
-è domenica
-domenica?
-si è domenica
-le pillole le ho preso?
-si te le ho dato poco fa
-non me ne ricordo
Strazianti momenti di un tempo che fugge e di una memoria che svanisce. Di una mente che si consuma giorno per giorno avvolgendosi nella inconsistenza esistenziale. E tu difronte non puoi nulla se non constatare e accompagnare dolcemente un consumarsi di ricordi, affetti, relazioni con le complicanze di problemi sempre più gravosi. Ogni giorno. Nell'affanno di predisporre intorno imbottiture per rendere meno dolorosi o traumatici le incapacità fisiche e mentali.
Un distillarsi di assenze, senza possibilità di riportare in vita ciò che solo un'istante prima è trascorso.
Chi passa questi momenti deve anche accollarsi l'impossibilità della relazione.
- che succede non si vede nessuno in giro
- te l'ho già detto c'è la pandemia
- Si si cosa brutta. Non si vede nessuno passare. Lo spirito (alcool denaturato) è finito non lo trovo.
- C'è, c'è te lo prendo io.
Aria pesante che l'odore pizzicante dell'alcol rassicura per una difesa improbabile.
Guardi il volto stanco e la fatica di un cuore tintinnante e aritmico in bilico tra l'essere e il non essere.
Guardi fuori lontano con il desiderio di fuggire l'istante di struggimento doloroso. Puoi rifugiarti solo dentro il paesaggio di una verdeggiante natura che mai come in questo momento è lontana, imprendibile, assente e forse indifferente.
Lo scorrere del tempo è senza alcuna direzione sospeso su un vuoto abissale e paralizzante.
Vorresti incontrare il mondo, che non c'è, rinchiuso nei gusci protettivi dal contagio.
Scopri l'abbandono, un abbandono che ognuno vive come atto della propria sopravvivenza.
Tempi duri e poco promettenti corrono e se la malattia è così proclamata la sofferenza è abbandonata a ciascuno rinchiuso nel bozzolo delle necessarie cautele della sopravvivenza.
Eppure sembra che questo mondo di parole e immagini, di giochi elettronici e di proclami, di scienza e saperi ci squadernino la realtà. Di fatto è un gioco doppio. Dietro il riflesso dello specchio la realtà è più "oscena", da togliere alla vista. Quella realtà che confina con la morte e la solitudine, che è da occultare perché gravida di autentico dolore. Nel gioco paradossale e sfavillante dell'elettronica si cela l'abisso sul quale tanti invisibili si trovano privi di reazione.
- la tavola è pronta. Siediti vedi quante cose buone ci sono
- si si ho fame. Mangiamo. Che giorno è oggi.
- Domenica mangiamo.

 

Francesco Scaringi

2 maggio alle ore 23:56 · 

#QuotidieCovid19 (8)

Sovra-umani silenzi

Ormai si avvicina il fatidico 4 maggio dove esploderà la fase due, e allora ho voluto cogliere un attimo di attesa e di stupore. Così ho cercato di catturare ingenuamente un inaudito silenzia privo dei rumori di sottofondo delle auto della fondovalle in una tarda serata. Se si ha un orecchio acuto si può sentire un mondo naturale che timidamente si fa presente, che riconquista uno spazio e un tempo occultato e prepotentemente reso silente. Non è romanticismo ma semplice meraviglia per un presentarsi di un mondo sempre esistito ma inascoltato. Se ritorneremo alla normalità probabilmente tutto questo scomparirà di nuovo, privato del nostro rispetto e della nostra comprensione.
Se le città rompessero la loro originaria funzione di separazione dalla "foresta" forse potrebbero trovare una loro rigenerazione privandosi dell'arroganza e sopraffazione del confinamento domestico, che dolorosamente il covid 19 ha dimostrato di quanta ossessione egocentrica esso si componga e quanto condizioni la nostra limitata esistenza.

(video con suoni notturni https://www.facebook.com/francesco.scaringi.50/videos/2762985687262672/)

 

 

 

 

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